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DIMMI CHE VA TUTTO BENE è un disco nato per necessità durante il primo lockdown, scritto a distanza con delle schede audio abbastanza brutte e una serie infinita di videochiamate.
Racconta dei legami fra le persone, quelli che contano e che in qualche modo vorremmo si salvassero sempre.
E' stato registrato/mixato da Francesco Tavoldini e masterizzato da PierPaolo Alessi al Gotama Studio.
L'artwork (che poi è una foto) è di Paolo Lazzaroni.
Il Sistema di Mel sono quattro amici che suonano insieme per sfuggire alla noia della provincia, fortemente ispirati da tutta l’ondata emocore / post hardcore ‘90 e ‘00 fondono le loro influenze in melodie emotive che sfociano in modo corale in trascinanti crescendo densi di tensione.
Federico Mingardi: Voce/chitarra - Paolo Bosio: Chitarra - Simone Mazzenga: Basso/voce - Francesco Alberti: Batteria
[info e contatti]
www.facebook.com/ilsistemadimelDISCOGRAFIA
Demo 01 (demo, 2014) / autoprodotto
B (EP, 2015) / autoprodotto
Felida X (EP, 2016) / Registrato presso il TUP Studio di Brescia, prodotto da Stefano Moretti (Pink Holy Days, Sender) e masterizzato da Giovanni Versari (Verdena, Paolo Benvegnù..) distribuito da LongRail Records e I Dischi del Minollo
Riempimi la testa con un mare di cemento (LP, 2017) / Registrato presso Indiebox Music Hall (Brescia), distribuito da I Dischi del Minollo, Scatti Vorticosi Records e Audioglobe.
Addosso (LP, 2020) / Registrato al Sonic Temple Studio di Parma da Domenico Vigliotti (Dunk, Cisco, Giuradei, Cosmo, Gazebo Penguins ecc.) nell’agosto 2019. Distribuito da I Dischi del Minollo, Scatti Vorticosi Records e Audioglobe.
Dimmi che va tutto bene (LP, 2022 - I Dischi del Minollo / Coltellini Dischi)
PRESS REVIEW (“Dimmi che va tutto bene”)
INTERVISTE (“Dimmi che va tutto bene”)
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Il Sistema di Mel è un progetto nato e cresciuto nella provincia di Brescia a inizio 2014 da una necessità di Federico Mingardi (voce/chitarra), Paolo Bosio (chitarra) e Alex Dossi (batteria): suonare, chiaro e tondo. Dopo una prima esperienza con una line up provvisoria la band si mette alla ricerca di un bassista da inserire in pianta stabile andando così completare la sezione ritmica. La scelta ricade su Simone Mazzenga, vecchio compagno di scuola di Federico. Simone “Mazzu” Mazzenga diventa immediatamente parte integrante del Sistema andando a colmare un vuoto tecnico e dando un contributo decisivo in fase di scrittura. La band inizia così a muovere i primi passi in sala prove (un garage ristrutturato ad hoc sul lago d’Iseo) prendendo come punti di riferimento alcune band simbolo della scena alternativa italiana (Marlene Kuntz, Fine before you came..) così come del panorama internazionale (Bloc Party, Placebo..). Il sound che ne scaturisce è immediatamente figlio del punk rock di matrice anglosassone così come del cantautorato italiano.
“Riempimi la testa con un mare di cemento” (LP, 2017) / Registrato presso Indiebox Music Hall (Brescia), distribuito da I Dischi del Minollo, Scatti Vorticosi Records e Audioglobe. Otto. Come le canzoni contenute in questo LP. Otto come il numero dell'equilibrio cosmico e del finito che diventa perfezione. Un clima antitetico a quello dell'essere umano: al Sistema di Mel il compiuto non interessa. Al contrario ci piace indagare il cortocircuito emotivo, il disturbo che si fa cuore pulsante della vita e della personalità. Per questo nelle loro canzoni l'internato assurge a soggetto d'interesse primario, con tutte le conseguenze che tale passo comporta: insicurezza, incapacità di affrontare le situazioni in modo autonomo, senso di vuoto, inadeguatezza, terrore, ansia. È l'insoddisfazione tipica per chi soffre di questo male, e fatica a rapportarsi con l'altro: a casa, al lavoro, nelle situazioni sociali. Persone che rifiutano di accettare il proprio modo di agire come problematico, e che necessitano di essere costantemente messe a confronto con le conseguenze negative di azione e comportamenti.
PRESS REVIEW (“Riempimi la testa con un mare di cemento”)
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"Felida X" fa riferimento alla letteratura dell’800 e agli studi riguardanti la doppia personalità presentata da una ragazza aquitana di nome Felida. Tra narcolessia, sonnambulismo, sbalzi di umore e l’ipnosi come chiave di volta di una malattia protrattasi per tutta l’esistenza della ragazza: uno smarrimento divenuto simbolo di un’epoca scientifica particolarmente attratta dai cortocircuiti psichici. Nelle tracce troviamo alcune personalità in circostanze diverse, dalla comunità terapeutica (Marta nella stanza), alla sala da pranzo (Spacecake). Non si tratta di persone necessariamente “particolari”, la loro personalità cambia in base alle circostanze, ai luoghi e alle persone che incontrano.